Un fenomeno ottico dovuto a particelle extra atmosferiche attraversate dalla luce solare.
Possiamo intendere come "estranee all'atmosfera" quelle particelle in sospensione che non sono "aria" in senso stretto. Tra esse può esserci anche acqua, presente durante una precipitazione, elemento che è tutt'altro che scevro dall'essere catalogato come fenomeno meteorologico.
Quando l'acqua si trova sottoforma liquida o solida e cioè in forma di goccioline o di cristalli di ghiaccio, può produrre una serie di trasformazioni sui raggi solari che la colpiscono e che la attraversano, tali da dare vita a fenomeni ottici, quali sono gli arcobaleni, oppure, più rari, agli aloni, corone e glorie.
Uno dei fenomeni certamente più popolari e vistosi è l'arcobaleno.
Foto: un arcobaleno quasi completo ripreso in Alto Molise.
Esso si presenta più difficilmente come un arco intero, ma più comunemente come segmenti di circonferenza composti da una serie di bande concentriche di diverso colore, più esattamente dall'interno verso l'esterno i colori sono: violetto, indaco, blu, verde, giallo, arancio, rosso. L'arcobaleno si forma soltanto in presenza di gocce d'acqua sospese nell'atmosfera o che precipitano durante una pioggia.
La condizione essenziale per vedere un arcobaleno è che l'osservatore volga la schiena verso il sole ed il suo viso verso la pioggia, a sua volta illuminata dal sole. Quando i raggi del sole incontrano una goccia d'acqua sospesa, vengono riflessi come in uno specchio tornando indietro verso il punto di osservazione. Oltre la riflessione, la goccia provoca una diffrazione, cioè fa in modo che la luce in ingresso che viene percepita come bianca, si trasformi in uscita in un fascio colorato. In genere il fascio di colore violetto è quello che viene deviato maggiormente, mentre il colore rosso viene deflesso di meno.
I raggi del sole, dunque, riflessi dalle singole gocce, non arrivano per così dire "interi" ma vengono scomposti cioè divisi a seconda della frequenza. Questa divisione fa sì che la stessa luce riflessa torni verso l'osservatore in diversi colori ed ogni colore abbia un angolo di riflessione differenze. Nello specifico, dalla goccia che si trova più in alto, si riceverà solo il colore rosso, mentre dalla goccia che si trova più in basso si riceverà solamente il colore violetto. Dalle gocce intermedie avremo tutti gli altri colori.
Un arcolabelo primario così delineato, può essere accompagnato da un arcolabelo secondario così chiamato perchè ha una intensità di colore differente e più sbiadito. Esso appare generalmente esterno e concentrico rispetto al primario. La particolarità dell'arcobaleno secondario sta nel fatto che in esso la disposizione dei colori è invertita, avendo quindi il violetto verso l'esterno. Ciò è dovuto alla percezione di un diverso angolo di ingresso della luce all'interno della goccia di acqua
Foto: un arcobaleno ripreso da Isernia. Da notare verso sinistra l'arcobaleno secondario, molto più sfumato e dai colori invertiti
Per ultimo, riportiamo un esempio di arcobaleno tra le nuvole, provocato da alcune nubi dette "iridescenti" poichè, in particolari occasioni, generano le condizioni per rendere visibile un arcobaleno, anche senza pioggia.
Nella foto scattada ad Isernia, è visibile, accennato, un bagliore multicolore nel bianco nelle nuvole. Questo fenomeno ha le medesime origini degli arcobaleni a cui abbiamo fatto cenno. La differenza risiede nelle diverse particelle attraversate dalla luce solare: gocce d'acqua nell'arcobaleno primario o secondario, piccoli cristalli di ghiaccio presenti nei cirri, nel secondo caso.
E voi? Avete visto altri arcobaleni ?
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